Premessa
Agganciare piccoli ciottoli del passato agli strali del futuro è sempre stata opera a me cara.
Non per rallentarli o alterarne il movimento, bensì per infondere equilibrio usando l’esperienza.
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A Roma, il 27 giugno 1917, al Teatro Nazionale viene messo in scena per la prima volta “Il berretto a sonagli“, di Pirandello, nella sua versione siciliana.
Il “pupo” descritto, racchiude in sé chilometri di descrizioni riguardanti l’ego, percepito, nutrito, mostrato.
Nella società del tempo, e soprattutto nella realtà siciliana, nella quale viveva Pirandello, l’immagine sociale andava preservata praticamente ad ogni costo.
L’onore del singolo, della famiglia, spingeva a comportamenti apriori indifendibili nella società attuale.
Siamo andati avanti?
Sicuramente si, per poi tornare allegramente indietro.
La società informatica, connessa e virtuale ricolloca il soggetto in un ruolo di spettatore, apparentemente ben piazzato per seguire la realtà, ma in effetti chiuso in un mondo dal quale soltanto una piccola finestra permette una corretta visuale.
La finestra o le finestre, chiamate anche Windows… non permettono al soggetto di manifestarsi pienamente.
Questo vincolo, facilmente superabile in caso di qualità esuberanti, dalla cultura alla prestanza fisica, costituisce un ostacolo insormontabile per l’individuo lambda o semplicemente in fase lambda.
In alcuni casi, il bisogno di esistenza, di appartenenza, precipita il soggetto in una para-realtà detta virtuale, ma a mio parere ben reale, in quanto luogo di incontro, ahimè, privilegiato.
Il web-consumatore costruisce un’immagine di sé difendibile in questo mondo parallelo.
La sua stessa esistenza in quella dimensione digitale è motivo di sostegno e benessere per la sua esistenza fisica (e dimentichiamo, spirituale).
Questo process era chiarissimo per le veggenti che scrissero Matrix nel 1999.
Per partecipare era necessario uscire (dal reale) e entrare (nel virtuale).
Ripeto, alla luce dei numeri attuali, possiamo ancora definire il virtuale “irreale” ?
No.
Il cerchio si chiude, realizzando, mi sia permesso, “l’anello di Girgenti”: il pupo, da orgoglio diventa esistenza.
La progressione del virtuale, della realtà aumentata o meglio sminuita, riporta l’umanità verso una condizione animale che precederà l’annientamento del corpo nel futuro distante.
La condizione animale è percepita nella povertà dello scambio propria alla società virtuale.
Fisici attrattivi focalizzano le masse e risvegliano l’istinto.
L’evoluzione culturale non bonifica le masse, ma piuttosto concentra un’élite.
Quando lo stacco sarà senza ritorno, il corpo congelato, inamidato, irrispettato perderà ogni vena di poesia.
Girgenti e dintorni, erano i luoghi di Pirandello.
Spegniamo il telefono e comunicheremo.
Chiudiamo la window e vedremo.
Godiamoci le rughe e vivremo.
Se l’esistenza è una corsa verso l’Eterno, attenzione a non distrarsi, potremmo saltare più in basso del previsto.
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