I diritti degli altri

La lotta politica che occupa l’informazione italiana, è in gran parte uno spettacolo da piccolo palcoscenico, finalizzato a lasciar agire chi organizza o trama dietro le quinte.

Credo che i cittadini abbiano compreso il funzionamento di questo fuoco di sbarramento.

Rifletto sui meccanismi che hanno portato alla completa delegittimazione del voto e al tentativo di destrutturazione della società attuale.

Meccanismo ormai logoro sul quale si basa il confronto Stato – Cittadino e inter- partito in generale.

Lascio fuori da queste riflessioni le mie idee politiche.

Premetto che penso che la Terra e il Mondo appartengano a tutti, e che se ancora esistono disuguaglianze, queste debbano essere eliminate.

L’organizzazione sociale europea venuta fuori dal dopoguerra lasciava sperare in un nuovo vento di eguaglianza sociale, eguaglianza uomo-donna, affermazione dei diritti dei lavoratori e, soprattutto, poneva le basi per creazione di organismi internazionali che vegliassero a far si che le situazioni che avevano condotto alla Seconda Guerra Mondiale non fossero più riproducibili.

In effetti cosi fu.

Gli anni ‘50 e ‘60, come li conobbero i nostri genitori, e ‘70 e ‘80 come li abbiamo vissuti da giovani.

Crisi petrolifera, guerra fredda, e in Italia terrorismo.

Tutto sommato, senza semplicismi, si distingueva ancora il vero dal falso, il logico dall’illogico e la realtà dall’utopia.

Esisteva la lotta politica vera, e ancora il potere rendeva conto all’elettorato.

Ci siamo risvegliati dopo il 2000, e abbiamo scoperto, l’unificazione politica, l’organizzazione economica, “gli interessi comuni” e riflessioni confezionate discese dall’alto.

Oggi, in Italia, preoccupati di non essere più fascisti, anneghiamo in un antifascismo che diviene programma di partito e non modo di fare e gestire il potere.

In conseguenza di tutto ciò, l’antifascismo utilizza tanti metodi del fascismo, che in teoria dovrebbe combattere, e come primo elemento l’assoluto disprezzo verso chi ha idee diverse.

Poco importa se nel nostro paese la volontà popolare cerca di esprimersi in un modo o nell’altro, poco importa se alcuni governanti si sentano ancora rappresentanti del popolo e altri detentori della verità assoluta.

L’organizzazione europea, politicamente immatura, lascia spazio all’unione economica.

Non si ascoltano le critiche dei cittadini europei a mano a mano che il processo si concretizza, e in Francia, paese “fondatore”, si arriva addirittura a stravolgere per decreto il risultato del referendum…

Chi vota contro “non capisce”.

Conta poco il numero di chi non capisce.

Una certa classe politica ha deciso cosa fare e come arrivarci.

Visto che tanti cambiamenti sono socialmente discutibili, e che almeno in superficie, si tassano i ricchi per dare ai poveri, la sinistra europea è permeata dal progetto.

Permeata perché chiaramente utilizzata.

Trattandosi di movimenti politici a fine corsa, sposare questa causa assicura una nuova vita a quei gruppi in via di estinzione.

Non esprimo nessuna critica al socialismo europeo.

Serbo, senza ironia alcuna, grande stima a uomini e donne che difendono quegli ideali.

Quelli veri.

Giustizia sociale, diritto al lavoro, diritto di crescere e “sistemarsi” come si diceva in famiglia.

La “sistemazione” è un equilibrio raggiunto tra economia, lavoro, acquisto della casa e in generale serenità economica.

Venti anni fa potevano sistemarsi tutti, oggi no. Molti non ci arriveranno mai, e chi lo è fatica a resistere.

Si lascia credere che le classi più agiate vivono a scapito dei più poveri, l’aumento della pressione fiscale è accettato.

Del resto i più fragili, non hanno, apriori, o piuttosto non credono di avere altre vie di manifestazione politica.

L’onda di povertà sociale, non viene dunque identificata con l’introduzione dell’euro, con la concorrenza delle multinazionali che aggirano i balzelli del vecchio continente, e come già detto con l’imposizione stratosferica che svuota la cassa di ogni famiglia.

Si distrugge così la classe media.

È quella classe che sostiene il sistema, e che tende sempre e comunque a inglobare sempre più persone venute dalle fasce basse.

La classe media non è sinonimo di ricchezza, è sinonimo di “sistemazione”.

Dunque…oggi:

Per giustificare le azioni di de-strutturazione sociale, si invocano i diritti dei più deboli.

Le voci di uomini o partiti che si levano contro sono travolte da una stampa pilotata e le accuse di razzismo accompagnano composte quelle di fascismo.

Si investono somme spropositate, o piuttosto si stanziano somme spropositate…

Si sostiene la deportazione dai paesi africani, si sostengono le quote rosa (offensive verso il gentil sesso), non si puniscono le aggressioni e furti violenti in genere, si concede a società in buono stato economico il diritto di licenziare, si producono motori elettrici in barba alle più elementari norme di ecologia, ci si perde in discussioni e contributi a gruppi di persone che presto chiederanno il diritto di sposarsi con un una capra o di concepire senza il ventre materno.

Non è progresso.

È eccesso.

E non solo.

Io penso che nella nostra società, tutti sono liberi.

Tutti possono esprimersi.

Non conosco una sola coppia di omosessuali che non possa vivere serenamente.

Non conosco una sola persona di colore che sia rifiutata o umiliata.

Non conosco un posto di lavoro normale dove una donna con le palle non possa evolvere.

Anzi, lo conosco.

In genere una donna non evolve a livelli massimi quando il superiore diretto è anche donna.

Non conosco un solo africano che non preferisca crescere e prosperare a casa sua piuttosto che essere sradicato e spostato senza meta conosciuta.

Non conosco un solo arabo che non riesce ad inserirsi lavorando onestamente.

Conosco le difficoltà alle quali TUTTI i cittadini devono far fronte.

Il covid 19 è arrivato a dar manforte a ogni forma di eccesso politico.

E la gestione della pandemia è l’esempio di come l’idiozia non riesca a nascondere la cattiva fede.

Non esiste un programma unico europeo.

Non esiste un programma unico internazionale extra europeo.

Si lotta contro un male che ucciderà in gran parte a causa dell’ombra che ha gettato su malattie e piaghe sociali: tabacco, tumori, problemi cardiovascolari, epatite, incidenti stradali…

Ogni volta, per giustificare e imporre qualcosa, si invocano i diritti degli altri.

Quegli stessi “altri” che vengono regolarmente abbandonati appena conclusa l’operazione economica e di comunicazione.

Si calpestano in realtà uomini, donne e diritti.

Se il Santo Padre fosse quello che non è, si occuperebbe della sua missione in Terra, invece di metter in dubbio la proprietà privata, invece di permettere riti Indù a San Pietro, invece di convocare pseudo conferenze sul clima in Vaticano.

Francesco Papa, parliamo del business della Chiesa con gli immigrati?

E perché non parliamo dei cristiani massacrati?

Non ne parliamo sempre e soltanto in nome dei diritti degli altri.

Sergio presidente, quanti nomi hai prima di ridare voce alla volontà popolare?

Gli “altri” siamo tutti.

E gli altri invocati come giustificazione a queste azioni commando contro il nostro sistema sono fregati 2 volte!

Cosa fare?

Suonare il campanello d’allarme?

Fatica sprecata.

Serviva un tempo, quando all’altro capo del filo qualcuno poteva recepire il messaggio e provvedere. Adesso non più.

Possiamo solo agire in modo sensato, uniforme e organizzato, sperando che non si ritorni ad un’oscurità medioevale.

Compriamo prodotti locali. Economia, ecologia.

Prodotti dell’industria nazionale, quando possibile evitando le multinazionali.

Chiediamo un marchio “Italia”, invece dell ”EU”.

Consumiamo ma anche conserviamo.

Freniamo il progresso che distrugge: nuovo non significa indispensabile, e comunque non sempre.

Togliamo la morte e la violenza dalla televisione e da internet.

Quella inutile, quella che non racconta una storia, quella che abitua.

Quella che toglie la voglia di costruire.

Non abbandoniamo la moneta cartacea.

A nessun costo.

L’evasione fiscale può essere contrastata in ben altro modo.

Chiediamo dove vanno quei poveri disgraziati stipati su navi da niente e accolti con la più incosciente o falsa benevolenza.

Rivolgendomi a quel pugno di lettori che hanno avuto la voglia e il tempo di leggere fin qui?

Ditemi: Populista? Razzista? Omofobo? Misogino? Fascista? Protezionista? Arretrato? Utopista?

No.

Libero. Di conoscere. Di ricordare. Di riflettere.  Di credere.

Possiamo convivere senza annientare la nostra cultura.

Possiamo pregare lasciando pregare.

Possiamo veramente difendere i diritti degli altri.

In modo serio, onesto e efficace.

Possiamo vivere in un mondo fatto di uomini e cose.

Diverse e differenti.

Anzi, dobbiamo.

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